martedì 20 agosto 2019

AMORE E MORTE NELLA CALABRIA BRIGANTA





PRESENTATO A CARFIZZI 
“AMORE E MORTE NELLA CALABRIA BRIGANTA”



Una serata  di Cultura, in una location magnifica  quale il Parco Letterario Carmine Abate, per la  presentazione del libro “AMORE E MORTE NELLA CALABRIA BRIGANTA” di  Antonio Ciano e Francesca Gallello – Prefazione di Pino Aprile – Edizione VELIERO.

Il Sindaco di Carfizzi Mario Antonio Amato e tutta l’amministrazione comunale hanno riservato una grande  ospitalità all'autrice Francesca Gallello  in veste anche di editore dell’opera. Il Sindaco che presente ha voluto essere spettatore e godere della presentazione dell’opera, ha ringraziato e invitato l’autrice a ritornare a Carfizzi con altre opere.
A presentare e guidare la serata, la bravissima giornalista della Gazzetta del sud, dott.ssa Maria Spadafora. Il Vice Sindaco Guglielmo Gatto, che ha seguito e curato l’evento, ha salutato l’autrice a nome di tutta l’amministrazione comunale, dicendosi felice ed onorato di aver potuto presentare un’opera così importante  che racconta le radici della Calabria in un periodo storico le cui verità sono nascoste da ombre.  
L’evento, ben organizzato e pubblicizzato, proprio per la sua importanza, ha visto un folto  e attento pubblico che a fine serata, tra domande e racconti storici, ha aperto un interessante dibattito storico sociale riguardante il risorgimento italiano.  Presente l’ex sindaco Carmine Maio e consorte, il vice presidente Radici e Veliero, Rodolfo Calaminici, il tesoriere e cofondatore Radici e  Veliero, dott. Gennaro Marino, la criminologa Francesca Calaminici.
Magnifica la scenografia: il tavolo dei relatori, accuratamente curato e decorato con antiche coperte ricamate a telaio da mani laboriose ed esperte di donne di altri tempi che, nel territorio, ne fanno la storia.
La ringhiera del magnifico terrazzo, interamente rivestita da coperte e ricami antichi, hanno visibilmente commosso l’autrice. Momenti emozionanti creati dalla lettura di alcuni brani del libro, curate da Secondo Carlino e dalla sua consorte, prof.ssa Loredana Giordano, che hanno reso la lettura quasi fotografia, con le loro espressioni e tonalità da cui traspariva  viva la passione per la tematica trattata. Ad allietare la serata con momenti musicali unici, i maestri Giovanni Pollizzi e Andrea Bastone che, con le loro chitarre, hanno riempito l’atmosfera di quel suono coinvolgente che, quasi come un manto, hanno avvolto l’atmosfera delicatamente illuminata da luci soffuse che accarezzavano il meraviglioso paesaggio.
 Bellissima sorpresa è stata riservata all’autrice: due splendide ragazze, Francesca Basile e Francesca Cavallo, che hanno indossato antichi abiti arbëreshë, abiti che raccontano storia e tradizione di questo bellissimo paese. Suggestivo l’accompagnamento artistico di Alfonso Calabretta, bravissimo artista che, in estemporanea, ha realizzato magnifici disegni floreali facendone omaggio  alle donne presenti. Un pensiero delicato che ha suscitato grande simpatia ed emozione.  A fine serata, il vice sindaco Guglielmo Gatto, a nome del sindaco e dell’amministrazione comunale, ha offerto un magnifico fascio di fiori ed un vassoio contenete il tipico mostacciolo di Carfizzi, raffigurante l’albero della fortuna. Doni graditissimi perché hanno evidenziato l’accoglienza e l’ospitalità di un antico paese che  cura e sostiene chi, della storia e della cultura, ne fa impegno e lavoro.
La cultura è un peso che tutti riescono a portare sulla bocca ma solo in pochi hanno la forza di sostenere sulle spalle. La serata è stata completata da un ottimo buffet di prodotti tipici e dolci rigorosamente fatti a mano e offerto dall'amministrazione comunale.   




Intervista della giornalista Maria Spadafora a Francesca Gallello durante la serata di presentazione dell'opera letteraria AMORE E MORTE NELLA CALABRIA BRIGANTA di Antonio Ciano e Francesca Gallello- edizione VELIERO - Prefazione di Pino Aprile. 



Come nasce la tua passione ed il tuo impegno verso questo determinato periodo storico?

Nasce per caso; qualche anno fa, ero impegnata a realizzare una ricerca storica riguardante il risorgimento italiano e, in particolare,   il tricolore. Mi sono imbattuta in alcuni articoli e scritti dei  grandi Nicola Zitara  e Pino Aprile  che, leggendoli, mi hanno letteralmente aperto un mondo sconosciuto su verità storiche riguardanti il risorgimento italiano.  All'inizio ero scettica, quasi sconvolta, non accettavo l’idea di un Garibaldi ladro e della storia dei Borbone e dei Savoia che  da sempre, a scuola, mi avevano fatto studiare  in modo decisamente diverso.  Approfondii le ricerche, lessi molti libri, feci ricerche in archivi  e verificai, tutto certificato, che il risorgimento italiano altro non fu che una guerra mai dichiarata, guerra che svuotò il Sud da tutte le sue ricchezze, cercando di farci sentire inferiori, mantenuti, ignoranti. La verità è che siamo un popolo le cui radici storiche, politiche e culturali hanno lasciato segni importanti con primati mondiali in ogni campo.

Come e perché nasce AMORE E MORTE NELA CALABRIA BRIGANTA  … E PERCHE’ “BRIGANTA “ AL FEMMINILE?

Amore e morte nella Calabria briganta nasce cinque anni fa, quando, dopo una lunga conversazione con Antonio Ciano, decidemmo di scrivere  delle verità storiche con particolare attenzione alla Calabria e far conoscere il periodo storico risorgimentale, attraverso la storia d’amore di una brigantessa calabrese ed un ex ufficiale piemontese.  Il lavoro è durato ben cinque anni. Io e Antonio ci siamo conosciuti personalmente quando il libro era quasi finito. Abbiamo lavorato insieme attraverso telefono  e e-mail. Per quanto riguarda il titolo “BRIGANTA” al femminile, abbiamo voluto rappresentare la Calabria come una brigantessa e quindi scritto in dialetto: BRIGANTA .


Perché hai scelto di scrivere, la parte romanzata, quasi tutta in dialetto?

All'inizio, quando pensai di scriverlo in dialetto, Antonio ebbe dei dubbi, pensò che magari non tutti i lettori avrebbero gradito l’idea. Poi, lavorando, ci siamo resi conto che alcune frasi, alcune parole, scritte in dialetto acquistavano un suono ed un significato più intenso, più forte. Decidemmo così di scriverlo in dialetto, naturalmente accompagnato da traduzione in italiano.

Che rapporto hai con la lingua madre della tua terra (il dialetto)?

Il dialetto, il mio dialetto, mi è molto caro, è la lingua dei nonni, degli avi, delle nostre radici. Penso che alcune parole, alcuni termini, se scritti o detti in dialetto, hanno un profumo, un sapore, una intensità che rende il significato del termine, più deciso. Sarà che il suono forte è anche accompagnato da gesti ed espressioni del viso e del corpo che rendono il termine molto più completo, carico, corposo.

I protagonisti del tuo romanzo, sono reali? In tanti se lo chiedono?

I protagonisti, Antonio e Franceschina (N’tonu e Francischina) sono personaggi realmente esistiti, naturalmente nel romanzo sono circondati da personaggi, alcuni reali e molti altri, quasi tutti, di fantasia.

Qual è il tuo desiderio più profondo riguardante questo tuo impegno storico e sociale verso il Sud?

Il mio desiderio? In realtà di desideri ne ho tanti riguardante la mia amata terra, il nostro amato Sud. Vorrei che ci  fosse riconosciuta una giornata alla memoria, per i milioni di morti che il risorgimento ha causato: uomini, donne bambini che hanno combattuto una guerra mai dichiarata e che sono stati uccisi per non essersi piegati all'invasore.  Vorrei che il museo  Lombroso venisse chiuso e che venisse data degna sepoltura a quei poveri resti umani che, senza vergogna, sono esposti in quello che è un’offesa non solo per noi meridionali ma un’offesa alla dignità umana. Mi piacerebbe che nei libri di scuola si parlasse di Fenestrelle e di quelle verità che oggi, grazie a tanti storici e studiosi professionisti, ma anche a tanti appassionati di storia, stanno venendo a galla.


Qual è il tuo rapporto con Antonio Ciano?

Antonio è un carissimo amico, mi ha insegnato molto e gli devo davvero tanto, mi ha insegnato a fare ricerca  e  a sperare sempre che tutto può cambiare, riguardo al nostro Sud. Antonio è una delle persone più belle e più vere che abbia conosciuto, mi sento fortunata ad essere sua amica e la mia gratitudine nei suoi confronti non avrà mai fine. Mi sento onorata per aver voluto scrivere questo libro con me e orgogliosa di avere il mio nome accanto al suo su un’opera storica quale è Amore e morte nella Calabria briganta. Antonio è un vero brigante e il suo impegno di ricerca ha davvero contribuito a ricostruire lati bui della storia del risorgimento italiano. Con il suo libro best seller, “I Savoia e il massacro del Sud”, con 250 mila copie vendute, tradotto anche in inglese, ha portato alla luce avvenimenti che hanno cambiato il pensiero di molti che ancora non sapevano. Con l’uscita di questo libro, Antonio, ha subito un processo di 4 anni perché denunciato dalla famiglia Savoia, processo che, naturalmente, ha vinto, perché la verità  vince sempre.

Qual è il tuo rapporto con la scrittura in genere, il tuo sentire, la tua esperienza, i tuoi primi passi?

Il mio rapporto con la scrittura è nato quando avevo nove anni.  Una supplente  decise di farci leggere un libro a scelta e dovevamo poi raccontarlo oralmente in classe. Ci portò in una stanza dove vi era una grande vetrina all'interno della quale vi erano libri impolverati e puzzolenti di umidità, vetrina che noi chiamavamo biblioteca; io scelsi il libro più sottile e più ricco di immagini, così da aver poco da studiare. Quel libro mi appassionò talmente tanto che, quando arrivai all'ultima pagina, avevo voglia di piangere perché non volevo che finisse, lo rilessi più di una volta. A casa  purtroppo avevamo solo libri scolastici, non sapevo come fare, avevo tanto desiderio di leggere e di sognare, così decisi di scrivermeli da sola. Quindi iniziai a scrivere  semplicemente perché avevo voglia di leggere. Da allora non ho mai smesso di scrivere e leggere.

Il tuo sentire forte l’attaccamento alle tue radici lo si nota non solo negli scritti storici e di ricerca ma anche nella tua poetica. Le tue poesie, infatti, sono state definite  di importanza  “STORICO-SOCIALE”, addirittura “gallelliano”, quindi uno stile nuovo, tutto tuo.

Non so se le mie sono poesie, semplicemente scrivo, in forma poetica, storie di uomini e donne, storie di vita reale, storie di ieri e di oggi, storie che ho vissuto  e storie che mi hanno raccontato. Una sorta di cantastorie, solo che io invece di cantarle le declamo. La particolarità è che, in ogni poesia, è racchiusa una storia completa, quasi un romanzo, un racconto.  Non cerco rime, non amo le rime. Non mi siedo a tavolino e penso a cosa scrivere, nasce tutto all'improvviso e, spesso, in momenti in cui sono fuori e non ho la possibilità di poter appuntare il pensiero. Così lo racconto a me stessa  come fosse, appunto, una storia ed è per questo motivo che riesco a declamarle senza leggere, non perché le imparo volutamente a memoria, ma perché sono in me. Storico–sociale, perché racconto vite vissute, generalmente di persone umili, semplici, comuni. Le storie scritte, generalmente sono storie di grandi personaggi politici, religiosi, storici, ma la storia, la vita, il sentire di uomini e donne comuni, veri, chi le scrive? Spesso sono dimenticate e questo mi addolora, così scrivo di amore raccontati, di desiderio di riscatto, di avventure, di vita quotidiana di ieri e di oggi di gente comune, di gente vera.







lunedì 22 aprile 2019

Solitudine




Solitudine

La solitudine accompagna la mia vita
La tua assenza è un tramonto senza fine
Acqua gelida ghiaccia i miei pensieri
Il tuo nome scritto a fuoco sulla mia pelle
Il suono delle tue parole, un ti amo detto in lontananza e
le tue braccia che, come onde del mare, si avvicinano a me e poi si ritirano nell’infinità della solitudine

L’AMORE, ARMA DI PACE.




L’AMORE, ARMA DI PACE.

Il mondo ha, tra le sue braccia, il vento che soffia via ogni mia speranza
Quanta solitudine nell’umanità, quanto dolore in terre bruciate da guerre che nessuno vuole.
Amarsi è l’unica via di salvezza
Fratelli, sorelle, figli, sangue che scorre senza pietà e senza l’amore di Dio.
Vorrei avere forza, coraggio e, urlare al mondo la mia rabbia, il mio dolore.
Un giorno, forse, l’uomo, i potenti della terra, comprenderanno che l’unica vera arma contro la guerra, contro le violenze, è l’amore.

SPERANZA




SPERANZA

Abbassare la testa,
dire “si, padrone”
una frusta che violenta l’anima e la dignità di ogni uomo sulla terra.
Il ricordo del passato
 l’urlo silenzioso che soffoca nell’anima
 il sapore amaro delle ferite
Quanti sguardi maligni e crudeli
 quanta miseria
 quanta speranza e quante preghiere.
Quanto sudore ha visto questa mia terra, quante lacrime di sangue
Quanti sogni gettati al vento e quanta crudeltà sulla mia pelle.
Un giorno scriverò del mio dolore
lo scriverò su una foglia secca, poi, pregherò il vento che possa portarla lontana
 farle cavalcare onde
nuvole e cieli e in esse trovar riposo.

COME UN ROMANZO





COME UN ROMANZO

Come in un romanzo
Vorrei raccontare e scrivere di noi
Come in un romanzo
Scriverei parole d’amore
con inchiostro d’oro e fili d’argento
Le annaffierei con acqua di rugiada
le farei germogliare nel giardino dei nostri pensieri
il nostro amore sarà il sole
e i nostri baci saranno melodia.

TRA LE ONDE DEL MARE




TRA LE ONDE DEL MARE

Tra le onde del mare leggo il tuo nome
Riconosco il battito del tuo cuore.
Quanta nostalgia
quanto silenzio intorno a noi.
Nel cielo
 ali di gabbiani
 volteggiano e danzano
 ricordando il nostro amore perduto.
Ogni mia lacrima
diventa preghiera.
Ogni mio sospiro
 diventa un manto che mi avvolge l’anima .
Nel sogno rivedo le nostre mani unite nel silenzio dell’immensità.
E nell’immensità accendo il lume della speranza.

RICORDI APPASSITI




RICORDI APPASSITI

Nella lunga notte
Il mio pensiero va a te
Ricordi appassiti e voci narranti
Nei miei lunghi giorni è ancora vivo il ricordo di te
Al vento sussurro il tuo nome
Vai vento
Corri
corri dal mio amore
Portagli il mio sorriso
un mio bacio
 una mia carezza
Nascondi a lui le mie lacrime
 il mio dolore
la mia solitudine.

L’ALBA DI UN NUOVO GIORNO



L’ALBA DI UN NUOVO GIORNO

E’ l’alba di un nuovo giorno nel mio cuore
Le foglie cullate dal vento
si alzano nel cielo e
 colorano l’immensità del nostro amore
Nelle onde del mare leggo il tuo pensiero e
 nel suono dei tuoni ascolto il battito del tuo cuore
Abbraccio il ricordo di un giorno lontano che oggi a noi ritorna
 con animo nobile e soave.
Dimmi, luna
 Dimmi
 tu che sei testimone del nostro immenso amore
 chi ha reciso il filo del nostro amore?

IL VORTICE DELLA VITA


CHI SEI


PERDUTO AMOR




                                                                      PERDUTO AMOR
Di Francesca Gallello

All’ombra unita di due cipressi
sereno riposa
il fragile corpo dell’amor perduto
soffice terra
bagnata di pioggia
disegna passi di lento cammino.
Oh dolce rugiada che bagni il mio amor
nutre la terra e fai spuntare dei fiori
tu, dolce calore di sole sbiadito
riscalda il suo cuore e un poco anche il mio.
Stella lucente nell’azzurro manto
 il mio pensiero illumina e dai respiro alla perduta speranza.
A te, il mio canto sussurro,  i miei pensieri ascolta  e raccogli i miei battiti
più forte tra tutti, uno si eleva
preghiera  all’amor perduto
per destarmi un po’ sereno ,accarezzami in un sogno,
vola o mio Angelo
tra le bianche nubi, gioca o mio amor
sorridi al mio andare e io a te sorriderò.

mercoledì 13 febbraio 2019

I versi della poetessa Francesca Gallello arrivano fino in Giappone.


                        I versi della poetessa Francesca Gallello arrivano fino in Giappone.







( Ringrazio il giornalista di Il Crotonese, Oscar Grisolia per questo bellissimo articolo)


I versi di Francesca Gallello arrivano fino in Giappone
Una sorpresa davvero emozionante e inaspettata. Quando ho ricevuto la mail da Dante Maffia con la quale mi comunicava la notizia ed il file della prima pagina del libro, non nascondo che per un attimo ho perso il respiro.  Dante Maffia, ospite d’onore in Giappone al festival della poesia ha presentato tre  suoi libri di poesie che sono state tradotte sia in Giapponese che in Inglese. Dante Maffia, grande poeta, saggista e scrittore candidato al Premio Nobel per la letteratura italiana, ha voluto inserire in uno dei suoi tre libri, oltre a Francesco Tarantino, Francesco Perri, Carlo Rango, Maurio Martena, anche Francesca Gallello, indicandola come
   La Gallello, la dolce principessa della Calabria”.
Il libro uscito in Giappone sta riscuotendo molto successo. L’opera dal titolo
“ KIOTO”  300 Haiku collection. Tradotto in giapponese e inglese.
Ringrazio Dante Maffia perché oltre all’amicizia sincera mi ha sempre consigliato e indicato metodo di studio per rendere la mia poesia originale e completa. Non solo incoraggiandomi ma  curando il mio libro “POESIA DELL’ANIMA”.


Poesia dell’anima, è una  raccolta di poesie storico sociali che riesce a racconta storie di ieri e di oggi,   racchiudendo in ogni poesia un vero è proprio racconto che narra d’amore, di desiderio di riscatto, di tradizioni e del quale Dante Maffia nella prefazione dice Francesca Gallello è un vulcano in piena eruzione, in costante eruzione. La sua vitalità è qualcosa di straordinario,come si dice in Calabria, una ne pensa e cento ne fa. Instancabile, in ogni direzione, generosa,con un forte senso morale delle azioni umane, innamorata della sua terra come pochi e quindi disposta a combattere per vederla risorgere, per cancellare le macchie che uomini senza scrupoli hanno disseminato in molti paesi. Francesca scrive poesia, narrativa, articoli d’attualità,è attiva sul fronte dell’impegno civile, è indignata per come la storia ha distorto le vicende soprattutto dell’ultimo secolo e mezzo e non demorde per fare luce,costi quel che costi. Come non innamorarsi delle sue battaglie? Come non entrare nell’agone quando, per esempio, prende a cuore il problema della violenza sulle donne e porta il messaggio ovunque, nelle scuole in particolare, con una caparbietà che pochi politici possiedono, con una passione che ormai sembra appena un sogno romantico?Ci sarebbe da dire molto altro su questa pasionaria che affronta le situazioni senza aspettare che la manna scenda dal cielo, in prima persona, convinta che chi fa da sé fa per tre. Credo che le informazioni date bastino a dare l’idea di un personaggio a tutto tondo che anche quando scrive poesia non si pone limiti, non gira attorno alle questioni. Il libro offre testi sia in italiano e sia in dialetto, un dialetto vagamente cirotano, ma che mi verrebbe di chiamare gallelliano per il timbro personale che ella mette nelle espressioni, per come adopera parole e immagini senza curarsi delle lezioni di Gerard Rohlfs o di Jhon Trumper, di Lausberg o di Accattatis. Lei scrive alla stessa maniera di come mangia, parla , si muove, pensa, lotta. Non media, non ricorre a furbizie letterarie per abbellire o rendere piacevole, si serve della sua anima per cogliere a volo sentimenti, emozioni, percezioni, desideri e di conseguenza poi annota, e proprio come fa l’anima, raccogliendo sulla pagina le accensioni, il senso umano degli incontri.
Si dirà, poesia spontanea, il cui unico filtro è la vita. Da una parte sì e dall’altra no, perché, per esempio, nella forma troviamo riferimenti al modo in cui Apollinaire metteva i versi dando loro un abito preciso che voleva significare che, a un tempo, la sua poesia è parola e pittura, cioè immagine che non trascura l’essenza dello sguardo. Ma c’è di più, in quelle dialettali, il ricorso a una variazione fono simbolica che non credo possa nascere soltanto da astratte adesioni. Probabilmente la lezione di Padula, di Michele Pane, di Ciardullo, di Butera e degli altri poeti calabresi dialettali le è arrivata attraverso una oralità che è ancora molto diffusa e che cammina silenziosa attraverso le bocche delle nonne.

Si noti il garbo di Francesca Gallello quando tocca l’argomento dell’amore, il pudore che si effonde per i versi, o si noti l’ironia o la maniera in cui offre le sue agnizioni ai familiari e agli amici scrittori.
Vorrei ricordare che libri editi in dialetto e in italiano ultimamente ne sono usciti parecchi, di Nico Naldini, di Fernando Bandini, di Antonella Anedda, per fare qualche nome, a dimostrazione che alcune cose si possono esprimere meglio e più compiutamente con la lingua succhiata con il latte materno.
Dalla sua Francesca Gallello ha la spontaneità non inficiata da pesantezze filologiche e dialettologiche.
Infatti ella segue una scrittura che bada ai suoni e alla pienezza del messaggio in modo che quel che ha scritto possa arrivare al lettore con la stessa pienezza d’impatto con la quale lei ha sentito le vibrazioni nello scrivere. Il bello è che se si apostrofa Francesca come poeta lei sorride e svicola. Non si arroga nessun diritto, e magari ripete che scrive perché sente il piacere di farlo, di fermare scene e momenti di un mondo che dà segnali non proprio rassicuranti di caduta a picco nella cancellazione.
Ma lascio il lettore a godersi il calore espressivo della poetessa che sa trascinare e accendere gli animi, che non strombazza rinnovamenti o svolte poetiche, ma semplicemente invita a entrare nel suo mondo, a condividere la sua ricchezza interiore. Ci sarà chi pilluccherà dalle sue  poesie indicazioni antropologiche e linguistiche, chi sorriderà nel rientrare ai tempi del passato, che mediterà su che cosa sta accadendo e chi rileggerà il senso dell’amore nella sua portata antica e sempre meravigliosamente attuale. Una donna così bisogna che sia additata all’Unesco per farla nominare patrimonio culturale dell’umanità. Dante Maffìa

La poesia, oggi più che mai, rimane respiro per chi della quotidianità e della vita riesce a coglierne i colori e le sfumature più semplici.



SPERANZA

                                           Speranza tratta dalla raccolta di poesie storico-sociale "IL VIALE" Poesie dell'ani...