lunedì 20 aprile 2020






                                                 VIRTUAL ROMANCE 2









Ricordate i foto romanzi? Un’idea italiana che ebbe molto successo e face sognare tutte le donne.

Si tratta di un racconto narrato attraverso immagini di attori, divenuti poi amatissimi e noti, che attraverso immagini, pose specifiche, raccontavano una storia che era sempre d’amore . L’amore nella vita ha un posto speciale, sognare, sperare, sospirare. Il fotoromanzo è considerato un film statico. Il papà, anzi i papà del fotoromanzo sono Cesare Zavattini e Damiano Damiani, commediografo e narratore che lavorava per Arnaldo Mondadori.  Il primo uscì nel 1947
VEDIAMO COSA CI DICE WIKIPEDIA SULLE ORIGINI DEL FOTOROMANZO
I fotoromanzi sono un'invenzione tutta italiana; dopo essere apparsi nella penisola, furono imitati nei Paesi ispanoamericani e in Brasile.
La paternità del genere fotoromanzo è divisa tra Cesare Zavattini e Damiano Damiani. Fu il narratore e commediografo reggiano, che lavorava per Arnoldo Mondadori, a convincere il suo editore a pubblicare un giornale di fotoromanzi, «Bolero Film». Il primo "fumetto fotografico" pubblicato su «Bolero Film» uscì con il n° 1 del 25 maggio 1947. Zavattini, che fondò la rivista insieme con Luciano Pedrocchi, sceneggiò personalmente le prime storie.
Damiano Damiani è parimenti considerato il padre del fotoromanzo in quanto diresse i set in cui vennero realizzate le narrazioni per immagini della rivista «Il mio sogno». Sul periodico uscì, l'8 maggio 1947 il primo vero e proprio fotoromanzo. La testata aveva come sottotitolo "Settimanale di romanzi d'amore a fotogrammi" (non appariva ancora la parola fotoromanzo), era edita dalla Editrice Novissima di Roma, di proprietà di Giorgio Camis De Fonseca, socio della Rizzoli.
«Il mio sogno» si componeva di dodici pagine in bianco e nero. Ogni numero conteneva due puntate di fotoromanzi intervallati da racconti e rubriche ed era venduto al prezzo di 20 lire. Gli autori dei soggetti erano: Stefano Reda, giovane giornalista appassionato di letteratura, e Luciana Peverelli, scrittrice affermata di romanzi rosaNel fondo del cuore di Stefano Reda (con Giana Loris, pseudonimo di Gina Lollobrigida) e Menzogne d'amore di Luciana Peverelli (con protagonisti Glauco Selva e Resi Farrel) furono i primi due fotoromanzi pubblicati.
Nel 1946 era comparsa nelle edicole la rivista «Grand Hotel», ma i suoi romanzi erano solo disegnati, non vi erano ancora le foto. Solo in un secondo tempo furono inserite nelle vignette le fotografie dei volti, per arrivare alla sola fotografia.

Il "boom"
Nel primo dopoguerra, il fotoromanzo insegnò a leggere a molte ragazze italiane. Le eroine erano sempre povere e romantiche, ma coraggiose e decise, per regalare speranze, e a volte illusioni, a gente semplice che aveva bisogno di sogni. La storia dei fotoromanzi non è tanto la storia di come eravamo o di come siamo, quanto di come sognavamo e di come sogniamo[5]. Paradigmatica in questo senso la collaborazione della regina italiana del romanzo rosaLiala, ad alcuni fotoromanzi pubblicati sulle "Confidenze di Liala" tra la fine degli anni quaranta e l'inizio dei cinquanta[6].
Tuttavia le prime proposte di storie a fotogrammi non sono storie inedite, ma sequenze di immagini tratte da film con l'aggiunta di didascalie: "La principessa Sissi" con Romy Schneider, "Violenza sull'autostrada", "Eliana e gli uomini" con Ingrid Bergman sono alcuni dei titoli.
Negli anni '50 si calcola che circolassero 1.600.000 copie di fotoromanzi, sommando le vendite delle riviste di settore

Gli anni sessanta e settanta

Gli anni sessanta vedono l'affermarsi della casa editrice Lancio, nata inizialmente come società di pubblicità nel 1936 per opera di Arturo Mercurio.
È in questo periodo, però, che la Lancio inizia a occuparsi di fotoromanzi, con la nascita di numerose nuove testate prestigiose: Letizia, Charme, Marina, Jacques Douglas, Lucky Martin, ecc.
La Lancio vola anche a Parigi e a New York per realizzare alcune delle sue più famose produzioni. È a questa casa editrice soprattutto che si deve la qualità di questo genere che ha appassionato milioni di lettori in tutto il mondo.
I primi teatri di posa (niente a che vedere con quelli di oggi della Lancio), erano nel capannone di via Romanello da Forlì di Roma. Lì, con un compenso di cinquecento lire per comparsata, gli aspiranti attori sognavano una sfolgorante carriera come quella di Sophia Loren o di Gina Lollobrigida. Il primo numero è subito esaurito in edicola e per il secondo la tiratura viene raddoppiata. Si tratta ancora di storie semplici realizzate in modo artigianale.
Nel gennaio 1975 avviene un cambiamento: viene pubblicato il primo fotoromanzo tutto a colori nel mondo realizzato a Venezia dal titolo Bambina che scherzi con l'amore, con Eliana De Santis e Rod Franz, protagonisti, e Giancarlo Guelfi. Soggetto e sceneggiatura di Gianni Masto.
Nel 1976 la tiratura delle varie case editrici raggiungeva in Italia la quota di oltre otto milioni e seicentomila copie al mese, di cui cinque milioni vendute dalla sola Lancio. Nascono nuovi miti, le ragazze italiane appendono alle pareti le foto dei loro attori preferiti: Franco GasparriJean Mary CarlettoClaudia RivelliNuccia CardinaliAdriana RameMichela RocKatiusciaClaudio De RenziGianni VannicolaAlex DamianiFranco DaniSebastiano Somma sono i loro idoli e molte di loro fanno la fila fuori dai cancelli della Lancio per poterli vedere.
Anche il cinema li corteggia e Franco Gasparri viene scelto dal regista Stelvio Massi per interpretare Mark il poliziotto (1975) proprio per l'enorme popolarità raggiunta dall'attore grazie ai fotoromanzi.
Nell'agosto del 1977 nella testata Marina della casa editrice Lancio esce un altro fotoromanzo interpretato da Franco Gasparri e Michela Roc, con Jean Mary Carletto e Isabella Savona dal titolo Lui è un antipatico però... con soggetto e sceneggiatura di Gianni Masto.

Dagli anni ottanta agli anni duemila

La diffusione dei fotoromanzi inizia a scemare a partire dalla seconda metà degli anni '80, ma dopo quarant'anni di vita questo genere di lettura è riconosciuto ormai senza più i pregiudizi di un tempo come espressione della narrativa popolare, la cosiddetta letteratura rosa. Tra gli attori di fotoromanzi degli anni '80 ricordiamo: Franco GasparriAlessandro InchesFranco CalifanoOrnella PacelliMaurizio VecchiGioia ScolaBarbara De RossiLaura AntonelliFrancesca DelleraLuc MerendaKirk MorrisIvan RassimovRenato CestièSebastiano SommaPascal PersianoAntonio MigliacciMaura MagiIsabella FerrariMassimo CiavarroPatrizio PelizziRoberto Farnesi ed Ettore Bassi.
I fotoromanzi continuano ad essere pubblicati sul settimanale Grand Hotel e nelle cinque testate sopravvissute della Lancio (mensili o bimestrali): SognoLetiziaKolossalCharme e Kiss.


VIRTUAL ROMANCE, ideato da Francesca Gallello e pubblicato  su fb come puntata zero nel 2012, è una novità assoluta che possiamo definire come il nipote del fotoromanzo. Ma qual è la differenza e quale la novità.

1)VIRTUAL ROMANCE non è una storia raccontata e stampata su un giornale ma è presentato sui social in una pagina a lui dedicato.
2) Per quanto riguarda le storie raccontate, ce ne saranno alcune scritte esclusivamente per VIRTUAL ROMANCE ma la particolarità è che non saranno solo storie d’amore ma racconteremo  anche I CLASSICI della letteratura internazionale, gialli, fantasy e storie per i più piccoli, alcune delle quali verranno rivedute e quindi avranno un finale a sorpresa. Ma racconteremo anche  storie vere di vita vissuta che i lettori potranno segnalarci e raccontarci. Ogni storia avrà nel suo percorso, problemi sociali e di vita che i protagonisti affronteranno e vivranno insieme ai lettori. Virtual Romance a differenza, quindi dei fotoromanzi, non  racconta solo  storie  rosa, ma STORIE!
3) Gli attori saranno un gruppo che abbiamo già formato e che subito dopo questo periodo particolare che stiamo tutti vivendo, l presenteremo e siamo certi, vi affezionerete a loro.
4) Come verrà pubblicato il VIRTUAL ROMANCE SUI SOCIAL? Gli attori protagonisti della storia che verrà raccontata, avranno un loro profilo fb e saranno loro direttamente a raccontarsi scrivendo e dialogando tra loro sulla pagina di VIRTUAL ROMANCE, l’autrice, Francesca Gallella, sarà in un certo senso, la  “VOCE” fuori campo che accompagnata da foto e immagini descriverà ogni pagina del racconto.
In questo particolare periodo non essendo possibile incontrarsi per realizzare le foto,abbiamo deciso di utilizzare, per come possibile, foto scattate in casa, vecchie foto e ci aiuteremo con immagini prese in prestito da interne e da scene di film.
5) Ogni romanzo sarà raccontato a puntate ed avrà una sua sigla e descrizione.

Come trovare e seguire VIRTUAL ROMANCE su fb? Basta richiedere amicizia a Gallello Autrice Francesca .

Quale sarà la prima storia che racconteremo? Si tratta di un romanzo d’amore scritto da Francesca Gallello e pubblicato nel 2010. “COME EDERA” una delicata storia d’amore e di vita protagonisti Martina e Federico, antagonisti Marco e Dalila.
Un modo carino di leggere un romanzo e leggerlo insieme, in compagnia, confrontandosi alla fine di ogni puntata, esprimendo pensieri e sensazioni. Si può definire come un salotto letterario virtuale. Fare cultura è importante, farla insieme, in compagnia, è magnifico.















mercoledì 11 marzo 2020

LEGGERE PER VOLARE


                                             LEGGERE PER VOLARE




Leggere è certamente il miglior modo di viaggiare. La lettura ci porta in luogo, paesi che nella realtà,  non riescono, a mio semplice parere, inondarci di quell'emozione e quel sentire che porta i battiti del cuore, la sudorazione, la gioia a livelli quasi, anzi, senza il quasi, UNICI!
Quando una lettura riesce a farci volare su cieli infiniti, quando riesce a farci nuotare mari e visitare città sommerse, quando riesce a farci sentire il calore di un camino acceso, il profumo di castagne sul fuoco, l'aroma di un buon vino, la voce di un personaggio, quando riesce a trasportarci in mondi irreali, fantastici e non più inesistenti, perché se scritti, descritti, riempiti di fermento vitale, i luoghi diventano reali, reali nella nostra fantasia, nella nostra mente. Ecco, quando leggendo un libro entri in quel mondo, tra le pagine, sfogliandole come se apriste delle finestre, allora quell'autore, l'autore di quell'opera è uno scrittore vero. Quale meraviglia leggere
autori che ti fanno volare?
Ricordo con emozione, la mia prima macchina da scrivere, rossa fiammante, per me pari ad una Ferrari. Emozionata, ho pianto di gioia. Potevo finalmente scrivere i miei racconti, basta con quadernoni, basta fogli volanti di pensieri annotati. Ora avevo una macchina da scrivere tutta mia. Ero ricchissima, avevo perfino 9 bambini ai quali far fare i compiti dell'estate e quindi a fine mese i soldini per poter comprare risme di carta e non solo, potevo sognare di pubblicare, riuscendo a mettere qualche soldo da parte. Sognare, oggi nessuno sogna di diventare scrittore, non serve sognare di esserlo, ci pensano gli editori senza scrupoli sui vari social si fanno pubblicità promettendo di trasformarti in scrittori in un batter d'ali. Già, scrittori, ma scrittori di cosa? Scrittori di vento, scrittori del nulla, scrittori del copia e incolla e scrittori che andrebbero condannati già solo per il semplice fatto che si definiscono tali. Lo scrittore ha sulle proprie spalle il peso, la responsabilità della crescita sociale e culturale di un territorio, di uomini e donne che dedicano il loro tempo a leggere pensieri e parole che dovrebbero costruire un sogno, far sorridere, sospirare, amare, ridere, piangere. 
Lo scrittore, quello vero, andrebbe protetto, cullato, amato. 

lunedì 3 febbraio 2020

Un po di me



Una corazza ho costruito e cucita sulla mia pelle.  Con apparente disinvoltura indosso per  proteggo la mia anima fragile.
Ho costruito un mondo magico, racchiuso in una cupola di vetro dove non a tutti permetto di entrare.
Seleziono con cura, con la testa lasciando spazio al cuore. Perfezionista in ogni impegno che prendo. Non amo chi s'affanna per apparire. Amo chi, nel suo mondo, piccolo o grande che sia, è!
Credo nell'amore, quello forte, sano, d'altri tempi, quello che ti sfiora il cuore con lo sguardo e t'accarezza l'anima con un sospiro. Quello che ti cerca tenendosi lontano, con discrezione e forza a tempo stesso. Proteggo la bambina che ero, la tengo dentro, la coccolo e le dico che ce la faremo, ce la faremo a costruire quel sogno che teniamo vivo annaffiandolo giorno per giorno, da sempre. 
Credo fermamente nell'esistenza degli Angeli. Prego, prego spesso e mai per me. 
L'amicizia è un dono di Dio che va custodito, spesso però, ho avuto dispiaceri e delusioni che porto dentro come ferite, alcune molto profonde. 
Amo Khalil Gibra, poeta, filosofo dall'animo molto profondo. 

DONNA ROSA - Storie di violenze

DONNA ROSA, è una raccolta di testimonianze vere di violenza subita. Donne che si raccontano, donne che attraverso la chat di n profilo facebook, nato e creato da me,  come sportello rosa. Donne alle quali è stata strappata l'anima, spezzato il cuore, spento la fiducia nell'uomo. 

Il libro vede la collaborazione della grande Tatyana Mamonova, prima scrittrice dissidente russa, esiliata per aver osato scrivere delle condizioni delle operaie in Russia. 
Donna Rosa,  ha visto la prima uscita nel 2014. Disegno di copertina realizzato da Roberta Marino.

Di seguito due  delle tante storie vere che sono racchiuse nel libro.

Anna ha 75 anni e, per la prima volta, trova il coraggio e la forza di raccontarsi. Una storia, un dolore tenuto stretto nel cuore, un dolore che era ormai diventato vestito invisibile da indossare ogni mattina e dimenticarlo nel sonno.
Anna, ora in pensione, da ragazza lavorava nella sartoria della zia, sorellastra del padre. Ogni mattina alle sette usciva di casa, ma non era lunga la strada da fare, appena 50 metri più avanti abitava la zia e la sartoria era affianco. Un locale ben tenuto, tendine ricamate che adornavano le piccole finestre, la stufetta a legna che sempre aveva sui fornelli un tegamino pronto per un the o una cioccolata.
La zia non aveva avuti figli e Anna era per lei la figlia sempre desiderata.
Lo zio era un uomo silenzioso e sempre attento a leggere i giornali e lamentarsi della politica e della vita.
Anna da bambina presto diventò una donna, una donna bella e molto curata grazie ai magnifici vestiti che la zia le cuciva nelle ore libere.
Che divenne una bella donna se ne accorse anche lo zio, quello zio buono e silenzioso, quello zio che sempre è stato premuroso.
ANNA: “Un giorno la zia salì in casa per delle faccende domestiche che aveva lasciato incomplete.
Ero attenta a stirare un abito appena completato, ricordo, era color avorio con dei piccoli fiorellini di campo, lo zio si avvicinò chiedendomi di smettere di stirare”
ZIO: “ Anna basta stirare, riposati, vieni a sederti vicino a me”.
ANNA:Non pensai minimamente a male, ma risposi che dovevo finire di stirare il vestito perché la signora Lella sarebbe passata a breve a ritirarlo. Lui si sedette e, quando mi voltai, lo vidi tutto sudato e agitato, aveva la mano in tasca e l’agitava in modo inequivocabile. Il cuore mi si fermò in petto, velocemente completai di stirare il vestito e lo portai di corsa di sopra. La zia, appena mi vide, capì che non stavo bene. Mi chiese se avessi le mie cose. Risposi di sì, pur non essendo vero, dovevo giustificare
quel mio pallore e quel forte battito di cuore che riuscivo a sentirlo fuori dal petto. La sera, nel letto, non riuscii a dormire, avevo paura, come potevo ritornare l’indomani mattina in sartoria?
E’ strano come, pur sapendo di essere innocenti, ci si sente in colpa. Sì, iniziai a pensare che forse era colpa del mio vestito o del rossetto rosso.
L’indomani indossai, così, i pantaloni e, sopra, una lunga maglia. Non misi rossetto e i miei lunghi e bellissimi capelli rossi li legai.
Arrivata in sartoria, la zia era già a lavoro, stava sistemando dei bottoni e mi dissi di fare la piega al pantalone di un cliente. Mi guardai intorno, lo zio non c’era ma sapevo che presto sarebbe arrivato, come faceva di solito, dopo aver comperato il giornale.
La zia mi chiese se mi sentissi meglio e mi versò nella tazza del the caldo.
Mentre lo zuccheravo la zia disse che sarebbe uscita per comperare della verdura. L’idea di rimanere da sola mi terrorizzò. Così dissi che sarei andata io al mercato. Ma lei rispose che l’aria era fredda e, visto che non ero stata bene, era meglio che stessi al caldo. Insistetti molto, ma non ci fu nulla da fare, la zia uscì ed io rimasi da sola, da sola con la speranza che rientrasse prima che arrivasse lo zio.
Non fu così, lo zio arrivò e mi salutò dandomi un pizzico sul viso. Sentire quella mano sul mio viso mi fece avere un brivido di paura e disgusto, lui se ne accorse e con voce bassa, attento alla porta
che non entrasse la zia , mi disse : “ Tremi? Non devi avere paura, io ti voglio bene, tu lo sai che io ti voglio bene, vero?”
Non avevo voce, la gola era come se si fosse ristretta, sentivo che non sarei riuscita nemmeno ad urlare per chiedere aiuto. Ad un tratto si avvicinò a me talmente tanto che potevo sentire il suo sangue pulsare delle sue mani, nel suo cervello. Cercai di allontanarmi, ma mi afferrò dai fianchi e si strofinò al mio petto, cercai di staccarlo ma la sua forza era tipo quella di un animale, una bestia feroce. Mi trascinò nel camerino, con forza.
La sua mano stretta sulla mia bocca non mi faceva respirare, fece di me un suo oggetto, rimasi sdraiata su quel lettino che odorava di dolore e di lacrime.
La sera, rientrata a casa, pensai al suicidio. Volevo morire, era l’unico modo per non pensare, per non ricordare quel momento doloroso che mi aveva distrutta dentro, io ero vergine.
Mi lavai tanto e con molto sapone, volevo togliere dal mio corpo l’odore delle sue mani e il suo viso sudato continuava ad apparirmi anche nello specchio.
Finalmente, verso l’alba, mi addormentai. Ma venni svegliata da un urlo, era la zia. Il cuore mi saltò in gola, pensai che avesse scoperto tutto e che sicuramente avrebbe dato la colpa a me. La porta della mia stanza si aprì di colpo, era mia madre. Sentìi il sudore freddo scivolarmi lungo la schiena, mi sentii persa, colpevole, sporca.
Guardai mia madre che, con gli occhi pieni di lacrime, mi disse che lo zio aveva avuto un collasso e che forse era morto. Vedevo
mia madre piangere, sentivo mia zia di sotto che urlava, ma io, io avevo uno strano sentimento che mi aveva invaso il cuore. Ero felice, felice che fosse morto, felice che non lo avrei visto più, felice che era stato punito. Guardai l’immagine della Vergine Maria sul mio letto, la ringraziai con lo sguardo.
Saltai dal letto e mi vestii velocemente, scesi di sotto e poi corsi con mia madre a casa della zia. Lo zio non era morto, era in camera e due medici lo stavano visitando. Guardai la zia, piangeva e diceva, continuamente, che era l’uomo più buono che avesse mai conosciuto e mia madre a darle conferma della sua bontà.
E’ strano come una donna pur vivendo una vita con un uomo, possa in realtà non conoscerlo.
Tutti pregavano che guarisse, intorno al tavolo la zia, mia madre e le vicine di casa accorse dicevano il rosario. Io ero seduta vicina alla zia, lei pregava affinché guarisse mentre io nel mio cuore speravo che morisse.
Morì qualche ora più tardi, morì lasciando a tutti un buon ricordo ed a me la tristezza di un dolore che mai mi avrebbe abbandonata. Denunciare è importante, ma allora erano altri tempi, oggi dico sempre di denunciare.”


Laura, incinta di 3 mesi, viene picchiata a sangue dal marito.

LAURA: Non vorrei raccontarti questa mia storia, Donna Rosa, perché ogni volta che ci penso è per me rivivere quel doloroso momento. Mi rendo conto però che è importante per le altre donne conoscere e sapere ciò che accade nel mondo e ciò che spesso accade in quelle famiglie in cui si pensa sia tutto profumo di rose. In quelle famiglie dove la donna esce con gioielli vistosi e il cuore pieno di ferite. In quelle famiglie dove l’apparire è tutto, ma l’amore non esiste, esiste solo ciò che potrebbe dire o pensare la gente.
Sono sempre stata considerata fortunata, le mie amiche mi invidiavano, pellicce, gioielli, feste, non mi mancava nulla.
Ma era solo un apparire, quell’uomo che in pubblico mi baciava le mani, quell’uomo che al ristorante con amici mi versava delicatamente e con attenzione il vino, quell’uomo  a casa, tra le nostre 4 mura era un uomo violento e possessivo.
Ero incinta di tre mesi, rientrai a casa in ritardo, avevo fatto spese per il bambino che doveva nascere, il nostro bambino.
Quando si è in attesa, entrare in un negozio per neonati è perdersi nei sogni, questo successe a me quel pomeriggio e per questo tardai a rientrare.
Lo trovai nervoso che rovistava in frigo, appena mi vide richiuse il frigo con violenza e la bottiglia che aveva in mano la buttò letteralmente sul tavolo
 “ Ma dove cazzo sei stata? Torno e trovo che non ci sei, niente cena, ma che cazzo di moglie sei”
Spiegai del mio ritardo mentre mi affrettai a preparare la cena, era spesso nervoso, diceva per i problemi sul lavoro, ma quella sera era ancora più nervoso, aveva gli occhi come impazziti. Per non farlo innervosire ulteriormente iniziai a parlare dei vestitini che avevo visto per il nostro bambino, sperando si addolcisse, m non fu così.
Intanto che la pasta cuoceva, apparecchiai il tavolo, e sottovoce cantavo per mettere serenità in casa.
Intanto suona il telefono era il suo capo ufficio, non so cosa disse, solo successivamente seppi che fu licenziato, lo seppi successivamente perché quando chiuse il telefono e si mise a tavola, appena servii il piatto, lo afferra e lo tira conto il muro mentre velocemente si volta verso di me e mi da una serie di pugni e schiaffi. Persi il bambino, stetti in ospedale per molti giorni. Venne a trovarmi più volte ma non volli vederlo, chiesi il divorzio. La mia vita oggi? Vivo con un nuovo compagno, un uomo buono e dolcissimo, ma siamo soli perché io non posso più avere figli.
Quando un uomo è violento, non bisogna aspettare, non cambierà mai, unica via di salvezza è lasciarlo. Donna Rosa, io ti ringrazio per avermi ascoltata, ti ringrazio per ciò che fai , ti ringrazio per essere una donna che dedica il suo tempo a donne come me. Un forte abbraccio, mia carissima amica virtuale, spero di poterti un giorno conoscere personalmente per poterti abbracciare.

Non posso negare di aver pianto più di una volta, leggere queste testimonianze, leggere quelle che non riporterò sul libro, leggere ciò che molte donne hanno nel cuore, mi ha profondamente colpita.
Penso alla cara Laura, penso al suo dolore ogni volta che lungo il corso vede vetrine colorate con abiti per neonati, penso a lei ogni volta che ne vedo io.
Donna Rosa non vuole essere un libro pieno di numeri, di date, di percentuali, di statistiche, di discorsi fatti da studiosi. Donna Rosa vuole solo essere un libro semplice, un libro raccontato da una donna  che con il cuore in mano racconta di donne.


Non bisogna aver paura di denunciare.
Per una  donna che ha subito violenza, anche dopo  avere denunciato e visto punire dalla legge  la persona che le ha fatto del male, avrà sempre nel cuore quell’angolo buio e pieno di dolore.
Avrà sempre quella ferita nell’anima, ferita che l’accompagnerà per tutta la vita ed è per questo che la legge deve punire in modo severo chi ha fatto tanto male.
La donna,pur ritornando alla propria vita, al proprio lavoro, alla propria famiglia,  avrà  sempre quel nodo in gola che vorrebbe sciogliere, un nodo che ha bisogno di slegarsi attraverso uno sfogo, attraverso il raccontarsi.
 Raccontarsi procura sollievo all’anima.
C’è chi ha la fortuna di avere una famiglia vicina, una sorella, una madre, un amica.
 Quando si è soli, però, specialmente in una grande città o quando la ferita è stata proprio la famiglia a provocarla, allora si ha l’impressione di essere soli al mondo.
C.M.T. che è stata la prima donna a cercarmi in “Donna Rosa”, la prima cosa che mi scrisse:
“ Ho bisogno di parlarne anche se in famiglia se ne è tanto parlato. Ho ancora bisogno di sfogarmi e di tirare fuori da me quel sapore amaro che mi è rimasto dentro ,ma non posso parlarne in famiglia, dicono che non devo più pensarci e devo andare avanti, sì, vero, ma è dentro di me una fiamma che brucia e devo liberarmene e dare sollievo al mio cuore, parlandone con chi ha desiderio e pazienza di ascoltarmi, senza giudicarmi”.  



E' quasi pronto la mia seconda opera dedicata a questo tema, racconterà di violenze subite ma anche di violenze che nel mondo, in paese con usanze, tradizioni e culture diverse, le donne, le bambine, subiscono offese indicibili nel corpo e nell'anima. 


SPERANZA

                                           Speranza tratta dalla raccolta di poesie storico-sociale "IL VIALE" Poesie dell'ani...